La mia storia
È dal 1990 che, tolto un periodo iniziale in cui ho svolto l’attività tipica del commercialista, mi occupo in modo pressocchè esclusivo di difesa tributaria.
Certo, posso assicurarti che gli inizi non sono stati dei più facili. Innanzitutto, non avrei mai pensato di divenire un giorno difensore tributario dei contribuenti. Ricordo che il tributario era un mondo senza tregua: norme, circolari, interpretazioni, prassi, innovazioni, riforme tributarie e quant’altro. Tutto si susseguiva intensamente, a getto continuo. E ogni volta si ricominciava daccapo perché l’ultima norma varata, spesso a mezzo decreto legge, rimetteva in discussione quanto lentamente, in tema di interpretazioni, si era consolidato.
Tutto veniva rimescolato e si costringeva tutti gli addetti ai lavori a rivedere il precedente punto di arrivo cui, pian piano, prima si era giunti. Sembrava, inoltre, che ognuno avesse sempre qualcosa di nuovo da dire e mai si pervenisse ad un responso unico ed incontrovertibile.
Procedevo, quindi, alla giornata navigando a vista senza avere punti fermi.
Poi, di tanto in tanto, arrivava la diffusione del commento dell’esperto di turno, sulla tematica del momento, attraverso un convegno o un suo articolo monografico pubblicato sulle riviste specialistiche. Una fra tutte: “L’Esperto risponde” del “Sole 24 Ore” che, allora, come un po’ oggi ancora, e la sua rubrica “Norme e Tributi”, rappresentava un obbligato punto di riferimento.
Ma, in quel mondo di perenne incertezza, ricco di interpretazioni spesso discostanti fra loro, ecco che un giorno, fra le letture fiscali quotidiane, catalizzò la mia attenzione una decisione (allora così era definite) di una Commissione Tributaria di I Grado dove il collegio giudicante con chiarezza e fermezza aveva deciso il caso sottoposto al suo esame.
Cioè, finalmente in un mondo, quello tributario, di incertezza perenne in ordine alla lecita condotta da tenere da parte del contribuente, rilevavo che, finalmente, c’era qualcuno che in modo categorico, fermo e motivato risolveva con ordine una determinata e precisa questione e, soprattutto, lo faceva attraverso una motivazione, esplicitando il percorso seguito per giungere a quella conclusione.
Per me fu una rivelazione! Perché finalmente trovavo una bussola ed un orientamento in quel mondo fatto di incertezze ed imprevedibilità che era il fiscale-tributario. Trassi subito una conclusione: ma se quella decisione mi aveva così agevolmente chiarito la questione oggetto di disputa, perché non cominciare a visionare tutte le decisioni dei giudici sulle varie tematiche tributarie?
Ecco, allora, che l’occasione mi fu offerta dalla pubblicazione di un testo edito dall’Ipsoa (e che conservo ancora oggi) dal titolo (che lascia pochi dubbi al potenziale lettore) “I GIUDICI DECIDONO COSI”. La sua lettura è stata per me essenziale per il mio percorso e per la mia formazione di difensore tributario.
Infatti il testo, in buona sostanza un pregevole massimario, riportava per ogni comparto dell’ordinamento tributario l’orientamento dei giudici di merito e di legittimità su ogni rilevante questione giurisprudenziale tributaria. In poche settimane, oltre la lettura di quel notevole testo, cominciai ad interessarmi in ordine a tutti gli aggiornamenti giurisprudenziali su tutte le più rilevanti questioni tributarie.
Per me fu una rivelazione! Perché finalmente trovavo una bussola ed un orientamento in quel mondo fatto di incertezza ed imprevedibilità che era il fiscale-tributario. Trassi subito una conclusione: ma se quella decisione mi aveva così agevolmente chiarito la questione oggetto di contenzioso perché non cominciare a visionare tutte le decisioni del giudici sulle varie tematiche tributarie? Peraltro, all’epoca la diffusione delle pronunce tributarie trovava uno spazio più marginale rispetto ad oggi dove, all’opposto, ricevono la giusta centralità nell’ambito delle rivista specialistiche e soprattutto sul Web.
Ma si sa, solo lo studio e l’aggiornamento non ti portano molto lontano. Il vero valore aggiunto, il reale passo in avanti lo si si consegue solo con la pratica.
Certo è necessaria la preparazione e l’aggiornamento ma difensori, consentitemi di dirlo, si diventa soprattutto sul campo oltre che sui libri! La trattazione di più casi attinenti alle più disparate questioni consente certo di maturare pratica e “galloni sul campo” ma più di tutto consente di cominciare, molto molto lentamente, a “capire i giudici” cioè a saper comunicare con loro e, soprattutto, a comprenderne la sensibilità e ad entrare nel loro “dialogo mentale” al fine trasferirgli le ragioni di giustizia del contribuente.
Sono tante le variabili in gioco in una contesa tributaria: la capacità di preparare un atto difensivo incisivo; la soggettiva sensibilità del giudice relatore designato per la tua controversia, la conoscenza della giurisprudenza di quel preciso collegio giudicante nell’ambito di quella specifica commissione tributaria; la personalità sia del presidente che del giudice relatore; la trattazione della pubblica udienza dove si deve, in pochi minuti, precisare ancor meglio la linea difensiva già esplicitata negli atti difensivi. Credimi, sono tutti aspetti e sfaccettature sostanziali dell’attività del difensore che si metabolizzano solo con gli anni e con le esperienze concrete vissute sul campo.
Consentitemi di dirlo con certezza!
Grazie alla fiducia accordatami da alcuni colleghi agli inizi della professione (e che ringrazio ancora oggi) mi furono affidate le difese inerenti a svariate e rilevanti controversie tributarie promosse innanzi agli organi della giurisdizione tributaria di merito. Attraverso questa intensa esperienza ho potuto maturare una “pratica sul campo” quantitativa e qualitativa e grazie alla quale ho compreso quale fosse la strada professionale da seguire: quella esclusiva ed unica del difensore tributario in un contesto di specializzazione, lavorando cioè solo su uno specifico settore e rinunciando a tutte le altre aree della professione, al fine di offrire un servizio sempre più specialistico e così focalizzato da fare differenza.
Invero, sin dall’inizio, con la frequentazione delle aule delle Commissioni tributarie, ho riscontrato che il più delle volte la difesa del singolo contribuente era affidata ad un consulente “generalista” cioè o a un commercialista poco addentro alle norme del rito tributario oppure a un avvocato che, pur padroneggiando il rito, ignorava le norme di diritto tributario sostanziale, tenuto conto che l’universo tributario è davvero un mondo a sé con regole e particolarità tutte sue, profondamente collegate al rapporto tributario rispetto al quale non ci sono mezze misure: o lo si conosce oppure si naviga a vista con l’altissimo rischio di incorrere in errori.
Solo così si riesce ed offrire un servizio molto più vicino alle esigenze del contribuente: cioè quello di ottenere una congrua riduzione della pretesa avanzata dagli Uffici impositori o meglio ancora l’annullamento totale della pretesa.
Difatti, pur occupandomi, in avvio della professione, delle attività tipiche del commercialista, dopo un periodo di avvio alla professione trascorso a Napoli, ero tornato a Salerno e precisamente avevo iniziato a collaborare con i titolari Studio Associato Rago & Di Muro, all’epoca in Salerno alla Via Trento, 39, antichi compagni di scuola che mi avevano benevolmente accolto nel loro avviato studio.
Peraltro gli “errori” nel mondo tributario non causano danni al fisico o alla salute ma certamente generano danni per il portafoglio e il patrimonio del contribuente.
Ciò mi ha convinto che l’unica strada utile a differenziarmi da “tutti gli altri” consulenti era quello della specializzazione.
Questa scelta, come detto, mi ha portato gradualmente ad abbandonare le altre aree della professione e a dedicarmi esclusivamente alla difesa, materia di cui ho curato e curo l’aggiornamento costantemente attraverso:
- le riviste specialistiche, segnatamente, Rivista di Diritto Tributario (Pacini Editore); G:T. (Editore Ipsoa); Rassegna tributaria e Il Fisco (Wolters Kluwer Editore); il Bollettino tributario d’informazioni;
- attraverso un’assidua frequentazione delle aule delle Commissioni Tributarie provinciali e regionali;
- attraverso la direzione della rivista “Giurisprudenza Tributaria Salernitana” (Ordine dei Dottori commercialisti ed Esperti Contabili di Salerno, Editore) a mezzo della quale si ha la possibilità di monitorare le pronunce più rilevanti della C.T.P. di Salerno e della C.T.R. di Napoli, sez. Staccata di Salerno;
- con la partecipazione a tutti i convegni e webinars dedicati alla difesa tributaria, a partire dagli accertamenti tributari e la riscossione, per finire su come meglio esercitare la tutela giudiziale;
- col conseguimento sia della laurea magistrale in Scienze giuridiche, con tesi in diritto tributario avente ad oggetto “L’orientamento della Suprema Corte di Cassazione sull’autotutela tributaria”, relatore Prof. Claudio Preziosi, che dell’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato.
Solo così si riesce ed offrire un servizio molto più vicino alle esigenze del contribuente: quello cioè di ottenere una congrua riduzione della pretesa avanzata dagli Uffici impositori o meglio ancora l’annullamento totale della pretesa.
E, soprattutto, ho imparato all’epoca alcune delle regole essenziali della professione di difensore tributario, e a me più care, che applico ancora oggi fedelmente.
“Il difensore deve sempre perseguire il buon esito della lite” e “La lite pendente è preziosa”.
– Dott. Luca De Rosa.
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